Vedute d’ombra

Da una prima esplorazione dell’area concettuale la sua ricerca artistica si indirizza negli anni '80 verso una compattezza della materia che è dipinta in funzione del supporto, realizzato come oggetto geometrico con superfici sagomate e smussate. Le opere vivono un’idea di ambiguità percettiva calcolata fino al punto di trasformarsi in luogo sospeso tra opposte visioni: superficie e profondità, sfumature di luce e presenza materica del pigmento, forma esatta del supporto e principio disgregante del colore, equilibrio e sbilanciamento del peso percettivo dell’opera. Dai luoghi oggettivamente fisici, tridimensionali, costruiti in uno stretto gioco di relazione tra ombre reali e virtuali, agli ultimi vetri dove Perrini sviluppa il rapporto tra l’immagine ed il suo ribaltamento, attraverso le contaminazioni tra segno, supporto e ombra portata.

Mauro Corradini, Brescia, Febbraio 1998